Considerazioni in merito all’articolo del Dr. Domenico De Felice, pubblicato sul “Fatto Quotidiano” in data 25.02.2023.
Il sig. Domenico De Felice, ha scritto sulla mia persona un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano in data 25.02.2023. Tale articolo è pieno di inesattezze ed anche diffamazioni che mi hanno spinto, ad onore della verità, ad esporre queste mie considerazioni.
Faccio una premessa.
Il Dr. De Felice, anni or sono, venne a fare del volontariato presso il nostro poliambulatorio e se ne andò solo dopo tre mesi in contrasto con l’allora responsabile dell’ambulatorio Sr. Liliana Scolari. Una volta andatosene incominciò a mandare offensivi messaggi telefonici sia alla suora con cui lui aveva collaborato, sia al sottoscritto in quanto Responsabile della Struttura.
Quando nel 2015 esplose to scandalo “Francescani-Dr. Leonida Rossi”, i giornali inizialmente scrissero che tre frati, fra cui il sottoscritto, si erano appropriati dei denari dell’Ordine.
Da quel momento il Dr. De Felice incominciò a raccogliere in modo ossessivo tutto quanto poteva trovare contro la mia persona, scrivendo su di me articoli mai oggettivi e veritieri.
In questa logica ha scritto anche il sopra citato articolo pubblicato il 25 febbraio 2023, non curante totalmente del fatto che nel frattempo i tre frati, fra cui il sottoscritto, sono stati completamente assolti nel maggio 2019.
Nell’ambito di questo processo mi preme evidenziare quanto disse il Colonnello della Guardia di Finanza che fu chiamato all’epoca a verificare l’operato dei tre frati, fra cui il sottoscritto: “i Soggetti non si sono impossessati neppure di un bottone dell’Ordine; hanno sempre lavorato a favore dell’Ordine e di tutte le Opere sociali e caritative dello Stesso, non solo in Italia, ma anche all’Estero, come da mandato dei Superiori.
Chiarita la mia posizione giudiziaria mi preme ora chiarire anche la mia situazione dal punto di vista canonico.
Nel dicembre 2015, quando iniziò l’azione giudiziaria di cui sopra, l’allora mio diretto Superiore, Fratello Bravi, mi chiese di fare un passo indietro, ma to spiegai sia a Lui che telefonicamente anche al Santo Padre le motivazioni per le quali non potevo abbandonare 5000 persone in difficoltà da un giorno all’altro, in quanto sarebbero tornati a vivere per strada ed il C.d.A. all’epoca non riusciva a trovare una persona di riferimento per potermi così adeguatamente sostituire.
All’epoca i servizi che offrivamo erano:
1) Poliambulatorio e studio dentistico;
2) Segretariato sociale
3) Scuola di alfabetizzazione ed italiano;
4) Assistenza ai minori trovati in stato di abbandono;
5) Mensa quotidiana (pranzo e cena);
6) Unità mobile per i clochard e relativa infermeria per la loro cura;
7) Casa di accoglienza dei senza fissa dimora e dei richiedenti asilo politico nonché delle mamme con bambini in stato di bisogno;
8) Corsi formativi per i volontari.
Per questi motivi chiesi sia direttamente al Ministro Provinciale che al Santo Padre, tramite una mia missiva, un anno di aspettativa o, in alternativa, di poter accedere al “extra domum“, ma anche queste due mie proposte non mi furono accolte. Quindi, vivendo quotidianamente le 5000 persone che aiutavo, decisi per il loro bene di disubbidire all’ordine impartitomi.
La mia espulsione dall’Ordine non mi venne, però, comminata subito, ma bensì solo nel giugno del 2019, forse anche per darmi così la possibilità di non abbandonare tali bisognevoli (quindi di fatto i miei Superiori forse compresero moralmente le ragioni che mi spinsero a tale disobbedienza).
Una volta ricevuta la sospensione, decisi comunque di continuare la mia opera caritatevole e, pertanto, con un gruppo di Volontari della Fondazione costituimmo un’associazione privata davanti ad un Notaio.
Fui consigliato di rinnovare i voti pubblicamente alla presenza sia del Confessore che di un Cardinale e, così, feci.
Con loro si decise anche che avrei mantenuto l’abito dei penitenti di Assisi senza, però, il cappuccio, ispirato alla nascita del terzo ordine costituito da San Francesco. Infatti la tradizione vuole che sia stato to stesso San Francesco a vestire così il primo seguace di questo stile di vita, ovvero il Beato Lucio Modestini da Cannara (cfr. Tommaso da Celano).
La nostra associazione privata di fedeli per un certo periodo si occupò di una comunità di minori abusati sessualmente e ciò spinse un Vescovo orientale ad approvarci canonicamente.
Tutti i membri di tale Associazione usano chiamarsi tra loro “fratello” o “sorella”, proprio nel ricordo del Vangelo che ha come principio fondante la comunionalità tra i vari membri che li spinge a considerare il prossimo come “fratello” o sorella “
La Fondazione per erogare i vari servizi in favore dei più bisognosi fra cui il mantenimento di minori abbandonati, di richiedenti asilo, nonché giovani madri con bambini in stato di bisogno, si aggiudica bandi pubblici. Il sostegno economico della mensa, dell’ambulatorio e del segretariato è totalmente affidato alla Divina Provvidenza con l’aiuto dei volontari
AI momento stiamo anche ospitando 300 clochard a titolo gratuito
Mi auguro con tutto il cuore che un giorno “fratello Domenico” decida di desistere da tale suo sconsiderato comportamento, venendomi a trovare presso la Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi ONLUS al fine di così poter constatare con i suoi occhi quanto da me appena esposto.